Magnus: semplicemente bianco e nero.

Magnus: semplicemente bianco e nero.

Roberto Raviola, in arte Magnus, nasce a Bologna nel 1939.

Già da bambino dimostra una spiccata predilezione per il disegno e terminate le scuole medie si iscrive al Liceo Artistico. In quel periodo produce una gran quantità di disegni ispirandosi alle sue letture dell’epoca: l’Avventuroso e il Vittorioso, Flash Gordon, “Saturno contro la Terra”, Mandrake e l’epopea eroica del Far West americano. In un primo periodo firma i suoi fumetti Robert Patterson e in seguito Bob la Volpe.

Nel 1961 si diploma all’Accademia di Belle Arti in scenografia, continuando per altri due anni con il corso di decorazione. Durante gli anni dell’Accademia, oltre ad un’intensa attività di militanza politica di sinistra, comincia a disegnare brevi vignette umoristiche; infine si scopre fumettista affrescando il muro di un’ osteria e firmandosi “Magnus pictor”.

Dopo aver conseguito la laurea lavora come insegnante di disegno e in seguito come grafico pubblicitario, ma non ne è soddisfatto; comincia così a proporsi come disegnatore di fumetti a diversi editori di Milano fino ad approdare, nel 1964, all’editoriale Corno. La casa editrice, infatti, è in cerca di disegnatori giovani, rapidi ed affidabili, in grado di portare avanti due progetti in particolare, entrambi di un giovane sceneggiatore che ha deciso di seguire il filone del noir aperto nel 1962 dal Diabolik delle sorelle Giussani: Luciano Secchi, che di lì a poco prenderà il nome d’arte di Max Bunker.

Magnus: semplicemente bianco e nero.

La coppia Magnus/Max Bunker si rivela immediatamente pienamente azzeccata e sforna subito la prima delle due icone del fumetto nero italiano degli anni sessanta: Kriminal, biondo assassino senza nessuna legge, coperto da una tuta da scheletro.
Figure tagliate a metà, inquadrature rivoluzionarie, con primi piani ad effetto che anticipano un cinema horror alla Dario Argento, spianano la strada all’uscita, nel 1965, di Satanik,laida vecchia che una pozione trasforma in bellissima killer.
In Kriminal e Satanik, scene di sesso e violenza,come mai si era visto nei fumetti prima di allora, portano alla coppia uno straordinario successo di pubblico (tanto che nel marzo del 1966 Kriminal diventa settimanale), ma di pari passo ottengono sempre più feroci critiche da parte di detrattori e moralisti fino ad arrivare al sequestro di alcune copie di Satanik.
Magnus ricorda così il caporedattore del Vittorioso, il settimanale di fumetti che leggeva da bambino: chiedeva ai disegnatori di non disegnare donne troppo formose e ne
correggeva le tavole dove ci fosse una fanciulla, una signora prosperosa, pur se coperta, con la nota «appiattire».

Magnus: semplicemente bianco e nero.
Magnus: semplicemente bianco e nero.

Le scadenze di consegna e l’impressionante mole di tavole da produrre in pochissimo tempo, portano Magnus ad utilizzate alcuni opportuni accorgimenti che ridefiniscono il modo di disegnare fumetti: volti in primissimo piano ad occupare gran parte delle vignette, sfondi spesso assenti o appena abbozzati, forti contrasti tra bianco e nero onde evitare sfumature e tratteggi.

 

Magnus: semplicemente bianco e nero.
Magnus: semplicemente bianco e nero.

                                        In questo periodo di intensa attività vedono la luce anche due personaggi nettamente più ‘morigerati’ dei precedenti: Dennis Cobb, una specie di agente segreto americano, ispirato a James Bond e Gesebel, fumetto di fantascienza con un’eroina                                          (Gesebel appunto)ispirata a Barbarella, come                                              protagonista.

Dal 1968 al 1970, Magnus riesce a disegnare anche Maxmagnus, striscia satirica ambientata in un immaginario medioevo pubblicata sulla rivista Eureka dell’Editoriale Corno.

Magnus: semplicemente bianco e nero.

Ma è nell’aprile del 1969 – dopo due anni di ideazione – che esce Alan Ford e il Gruppo TNT, fumetto dalla pungente satira socio-politica che ha immediatamente un grande consenso di pubblico. Ambientato in America ed ancora una volta con protagonisti i servizi segreti, racconta le avventure divertenti e grottesche di un gruppo sgangherato di detective (il “Gruppo TNT”) sotto il comando del “Numero Uno”, un personaggio ricchissimo ma avido e scorbutico. Magnus disegnerà ininterrottamente la saga di Alan Ford fino al numero 75 del settembre 1975, data che segna il suo abbandono della Editoriale Corno preceduto, nel 1973, dopo dieci anni di collaborazione con 600 tavole al mese, dalla rottura del sodalizio artistico con Max Bunker.

 

Raviola inizia a lavorare per la Edifumetto di Renzo Barbieri, casa editrice specializzata nel genere erotico.
Nel 1974 escono alcune storie libere a carattere erotico su testi non suoi: Mezzanotte di morte, Il teschio vivente, Dieci cavalieri e un mago e Quella sera al collegio femminile.
Nello stesso periodo, si mette alla prova come autore sia dei testi che dei disegni e con Poche ore all’alba, nel luglio 1975, con la straordinaria collaborazione dell’amico Francesco Guccini, inaugura il primo dei sei albi del ciclo de Lo Sconosciuto (“Anzi Unknow, senza la enne, in un inglese inventato”,come ricorda lo stesso Guccini) pubblicato fino al 1996 e considerato da gran parte della critica come il suo miglior personaggio. Lo Sconosciuto narra le avventure di un ex ufficiale della legione straniera, un personaggio disilluso, pessimista e ambiguo, senza fissa dimora, tomentato da un passato di guerra che cerca di sopravvivere in un mondo inospitale.

Magnus: semplicemente bianco e nero.

Nel 1977 viene pubblicato La compagnia della forca; disegnato insieme a Giovanni Romanini e ispirato a Il Milione di Marco Polo, è un fumetto di ambientazione fantasy-medioevale che fa tornare Magnus allo stile più caricaturale di Alan Ford ma soprattutto di MaxMagnus. La collana termina nel 1979 dopo 20 albi.
Una delle opere più impegnative e ambiziose del maestro è il ciclo de I Briganti. Pubblicato nel 1978 e terminato nel 1989, si ispira ad un romanzo cinese del 1300: Storie in riva all’acqua anche noto come Il libro dei bevitori. Magnus riesce ad attualizzare in parte il racconto realizzando una magica combinazione tra passato e futuro, tra antichi monasteri e stazioni spaziali, lotte tra gladiatori e armi fantascientifiche. Il fumetto racconta le avventure di un gruppo di briganti nei corpi dei quali si sono reincarnati dei demoni, che si oppongono al potere centrale dell’impero cinese. Ne I Briganti la fantascienza di Flash Gordon e Saturno contro la terra si fonde con le citazioni di Mao Tze-Tung, rendendolo, così, una serie di storie politiche, un fumetto colto.

Magnus, intanto, inizia ad abbandonare parte degli stereotipi del suo disegno e spinge su inedite sperimentazioni sull’uso del bianco e nero. Il rinnovamento stilistico giunge a compimento con Necron nel 1981, un tascabile inserito in una collana per adulti. Partendo dai testi di Ilaria Volpe, Magnus disegna dei personaggi grotteschi e paradossali avvalendosi di uno stile che richiama la francese “ligne claire” (un tratto pulito e definito, che abbandona i chiaroscuri del passato) e che lui stesso definirà elettronecronplastico. Il disegno ha il compito, difficilissimo, di sdrammatizzare situazioni altrimenti raccapriccianti o meramente pornografiche.Il risultato è un fumetto porno-splatter a tratti comico, assolutamente fuori dal genere erotico che riempie le edicole dell’epoca.

Alla fine dell sua carriera, Magnus accetta di disegnare un Texone su testi di Nizzi. A causa di problemi di salute e di un lavoro meticolosissimo, impiega ben sette anni per realizzarlo. Il risultato, l’albo intitolato La valle del terrore, sono 224 tavole al limite della perfezione, dai dettagli ricostruiti basandosi su cataloghi dell’epoca allo stile grafico appositamente adattato alle necessità dell’ambientazione western.

Magnus: semplicemente bianco e nero.

“Finito questo lavoro io muoio” si rideva addosso. E l’ ultima tavola è il suo addio; Magnus ci saluta così,  da quella stanza in un alberghetto sui colli di Imola dove è rimasto nascosto per lungo tempo, dove il suo vecchio amico Bonvi lo va regolarmente a trovare e i due, correndo per i corridoi con due tricicli trovati chissà dove, ridacchiano rifacendo shining!

In questo albergo Magnus muore il 5 febbraio 1996.

Magnus: semplicemente bianco e nero.

 

Una risposta a “Magnus: semplicemente bianco e nero.”

  1. grazie per il con/tributo a ricordo e memoria del,per me, più grande disegnatore di fumetti ,e non solo,italiano del 1900.

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